Meditare per vivere meglio: quando si parla di meditazione e dei benefici di questa pratica, c’è il rischio di essere, da una parte, troppo generici (vi sono, infatti, diversi modi per meditare e diverse scuole e tecniche di meditazione), dall’altra, troppo fumosi e di parlare della meditazione come della panacea per tutti i mali.
Origini della Mindfulness e validazioni scientifiche
Sin dalle sue origini, la Mindfulness si sottopose ai test e analisi scientifiche.
Infatti, il suo ideatore Jon Kabat-Zinn, avendo sperimentato in prima persona gli effetti benefici del meditare e volendo portare alcune di queste pratiche nell’ospedale dove lavorava per aiutare i suoi pazienti, ben conscio delle resistenze che avrebbe incontrato tra i suoi colleghi e nella direzione stessa, decise di formalizzare un protocollo e di sottoporlo ad analisi scientifica. Lo chiamò Mindfulness Based Stress Reduction (abbreviato MBSR) e ne avviò la sperimentazione, così da dargli validazione scientifica.
I primi risultati entusiasmanti
Fin da subito i risultati che emersero furono davvero sbalorditivi. I benefici che le persone riferivano non erano solamente frutto di illusione o momentaneo benessere derivato dall’attivazione del sistema parasimpatico o dovuto a una sorta di effetto placebo, ma qualcosa di oggettivamente misurabile attraverso le strumentazioni presenti in ospedale. Questo stimolò sia Kabat-Zinn a proseguire nella pratica con i suoi pazienti sia i suoi colleghi a fare ulteriori studi. Restava aperta la domanda sulla durata di questi effetti benefici.

Il fiorire della ricerca
Questa, insieme a ulteriori interrogativi, spinsero la ricerca alla volta di indagare più approfonditamente anche attraverso le nuove strumentazioni di cui nel frattempo la ricerca medica si stava dotando (come ad esempio la risonanza magnetica funzionale). E più gli sudi venivano pubblicati, più questi stimolavano ulteriori ricerche. Il che ha portato nei decenni ad un incremento esponenziale di studi e, quindi, anche di risultati sui benefici di questa pratica.
Principali benefici scientificamente provati
Un primo ambito in cui la Mindfulness apporta interessanti benefici è la salute fisica: infatti migliora il sistema immunitario, diminuisce l’infiammazione a livello cellulare, regolarizza la pressione arteriosa, riduce lo stress.
A livello emotivo riduce l’ansia, diminuisce la depressione e, al contempo, aumenta le cosiddette “emozioni positive”, incrementa l’intelligenza emotiva (cioè la capacità di comprendere e gestire le emozioni proprie e altrui), l’introspezione e la capacità di trattenersi da reazioni istintive e aggressive.
Questo comporta, di conseguenza, un miglioramento della vita sociale, in quanto, da una parte, ci si sente meno soli, e, dall’altra, si potenzia il senso di compassione, empatia e collaborazione con gli altri.
E a livello neurologico, aumenta la materia grigia, accresce il volume cerebrale nelle aree connesse alla regolazione delle emozioni, alle emozioni positive e all’autocontrollo, diminuisce il volume delle amigdale (coinvolte nel meccanismo di attacco/fuga e all’emozione della rabbia), aumenta lo spessore della corteccia nelle aree connesse alla capacità di prestare attenzione, e migliora la memoria e il pensiero laterale-creativo.
In poche parole, la scienza conferma l’esperienza di milioni di praticanti: la meditazione ti manterrà in buona salute, ti aiuterà a prevenire le malattie, ti renderà più felice, migliorerà le tue prestazioni e la tua vita sociale.
Articolo di Mario Bonfanti- insegnante di Mindfulness – Vai alla sua scheda
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