Da diversi anni si sta studiando l’interazione tra il cervello e il sistema immunitario.
Da una parte sappiamo che il sistema immunitario “parla” al cervello: quando, per esempio, si ha una infezione i macrofagi (cellule immunitarie che fungono da “spazzini” nel corpo umano) si spostano dove c’è l’infezione e generano le citochine, che entrano in circolo nel sangue e raggiungono il cervello. Quando quest’ultimo riconosce la loro presenza, attiva l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene per regolare diversi sistemi fisiologici in ordine al recupero della salute.
Dall’altra parte emerge con sempre più evidenza che questa interazione è bidirezionale: non solo il sistema immunitario influisce sul cervello, ma anche quest’ultimo può modificare il primo.
In particolare dalle ricerche emerge che lo stress cronico e prolungato per giorni o settimane può alterare sensibilmente il nostro sistema immunitario e impedire il ripristino della salute.
Occorre, però, fare una precisazione: il problema non è lo stress in sé, ma la sua durata. Infatti, gli studi mostrano come lo stress acuto può addirittura rafforzare la risposta immunitaria. Al contrario, il perdurare di una condizione di stress (anche non acuto) lo deteriora. Quando lo stress diventa cronico, le difese immunitarie crollano.
Nel libro La meditazione come medicina (Dalai Lama, Jon Kabat-Zinn, Richard J. Davidson, La meditazione come medicina: Scienza, mindfulness e saggezza del cuore, Mondadori Editore) il professore di immunologia John F. Sheridan scrive: Con i miei colleghi Janice Kiecolt-Glaser, Ronald Glaser e altri all’Ohio State University, esaminammo lo stress di una persona che assiste un suo caro. I coniugi di individui affetti da Alzheimer, sono in media sui sessantotto anni d’età e si trovano impegnati in una cura enormemente stressante del loro famigliare ventiquattr’ore al giorno, sette giorni su sette da anni. Ci siamo chiesti se questi individui rispondono a una vaccinazione nello stesso modo in cui lo fa un gruppo di controllo abbinato.
Scoprimmo che il 70% dei soggetti nel gruppo di controllo rispondeva al vaccino con un aumento di quattro volte del titolo anticorpale, che è sensibilmente protettivo nel neutralizzare il virus. Invece, nel primo gruppo solo circa il 35% dei soggetti rispose a quel livello, quindi la metà della percentuale del gruppo di controllo. In sintesi, sembra che lo stress cronico influenzi la capacità di rispondere a un vaccino. Questi dati mostrano con evidenza scientifica come lo stress prolungato diminuisca notevolmente le nostre difese immunitarie.
Di contro altri studi hanno dimostrato che le pratiche meditative (in particolare la mindfulness) aumentano la risposta immunitaria del nostro corpo.
Sempre nello stesso libro l’immunologo prosegue: Alcuni anni fa ho avuto la straordinaria fortuna di conoscere Richie Davidson e Jon Kabat-Zinn. Mi chiesero di impegnarmi con loro in uno studio che usasse lo stesso protocollo per vedere se la meditazione della mindfulness poteva influenzare la risposta a un vaccino. Scoprimmo incrementi piccoli ma statisticamente significativi nelle risposte degli anticorpi in una popolazione di lavoratori dipendenti a cui era stato offerto l’addestramento in MBSR. Questo risultato indica che la meditazione può influenzare positivamente, per quanto riguarda le vaccinazioni, la comunicazione cervello-periferia.
Altri interessanti risultati sono riportati nel libro La meditazione come cura (Daniel Goleman e Richerd J. Davidson, La meditazione come cura, Rizzoli Editore).
Gli autori descrivono brevemente la ricerca dello psicologo David Creswell: dopo aver reclutato alcuni disoccupati in cerca di lavoro – una categoria ad alto stress – offrì loro la possibilità di seguire o un programma intensivo di addestramento alla mindfulness di tre giorni, oppure un programma di rilassamento di durata equivalente (gruppo di controllo).
I campioni di sangue prelevati prima e dopo l’esperimento hanno mostrato che i meditatori, a differenza del gruppo di controllo, presentavano una riduzione nel livello di una citochina pro-infiammatoria chiave.
Un altro interessante studio riguarda i malati di psoriasi. La ricerca è descritta nel libro Guarire con la mindfulness di Jon Kabat-Zinn, l’ideatore della mindfulness. Lo studio riguardò i malati cui era stata prescritta la fototerapia, un trattamento che richiede di restare completamente nudi in piedi in una cabina cilindrica circondata all’interno da tubi luminosi, che emettono raggi ultravioletti; una terapia che dura circa quindici minuti e cui è necessario sottoporsi tre volte a settimana per diversi mesi. Negli anni ottanta un primario di dermatologia, il dottor Jeff Bernhard, coinvolse Jon Kabat-Zinn in un esperimento: gli chiese se poteva mettere a punto una meditazione guidata per aiutare i pazienti a rilassarsi durante il trattamento. Ecco le parole dello stesso ideatore della Mindfulness: Abbiamo suddiviso i soggetti in due gruppi: nel primo i pazienti avrebbero meditato, mentre stavano in piedi nella cabina, sotto la guida di una traccia audio registrata; nel secondo, i pazienti avrebbero ricevuto la fototerapia nella solita modalità senza alcuna istruzione di meditazione (…) Procedemmo mettendo su uno studio pilota secondo queste linee-guida, tanto per vedere che cosa succedeva. Scoprimmo che la pelle di chi meditava guariva, in media, molto più rapidamente di quella dei non-meditanti. Con questi risultati incoraggianti in tasca, per convincerci che non era un colpo di fortuna, decidemmo di ripetere la ricerca con un numero più alto di pazienti e un protocollo di ricerca più rigoroso (…). Di nuovo trovammo che i meditanti guarivano più in fretta dei non-meditanti; stavolta eravamo anche in grado di specificare quanto più in fretta.
L’analisi statistica finì per mostrare che i meditanti guarivano quasi quattro volte più rapidamente dei non-meditanti.
Da tutti questi studi emerge quanto la meditazione mindfulness influisca positivamente sul nostro sistema immunitario e, di contro, riduca stress e malattie.
E, allora, perché non provarla?
Potrebbe essere una buona idea partecipare a un gruppo di pratica mindfulness, visto che, come scritto nel libro La meditazione come cura (Daniel Goleman e Richerd J. Davidson, Rizzoli Editore): l’addestramento alla mindfulness – praticato anche solo per tre giorni – porta a una riduzione a breve termine dei livelli delle citochine pro-infiammatorie, le molecole responsabili dell’infiammazione; e quanto più a lungo viene praticata, tanto più questi livelli scendono.
Potrebbe essere un ottimo strumento per prenderti cura di te, soprattutto in questo periodo.
Ti aspetto!
Mario Bonfanti
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